Campomarino Lido CB

Ma sto Molise esiste oppure no?

Preso da questa moda del “molisn’t” (sostenere tramite goliardiche vignette e battute che il Molise non esiste) che va avanti ormai da parecchi anni ho deciso di fermarmi in questa dimensione spaziotemporale per capire se effettivamente esiste oppure no. E’ chiaro che il Molise esiste, mi spaventano non poco quelle persone che non hanno capito la battuta e che hanno criticato la mia geografia ma pazienza, forse sono più divertenti i commenti che sono nati piuttosto che il fatto in se.

Essendo di ritorno dalla Puglia (ero andato solo ed esclusivamente per installare i pannelli solari e relativi accessori) non ho studiato alcuna zona da visitare in quanto mi sarei fermato solo ed esclusivamente senza fare grosse deviazioni, così, un po’ a casaccio, sono arrivato a Campomarino Lido in provincia di Campobasso.

Chiaramente essendo fuori stagione non c’era nessuno in giro ed i locali erano tutti chiusi, così come accade nelle altre località turistiche stagionali di tutto il mondo, il che può anche essere un vantaggio se ci pensi, i parcheggi erano tutti liberi e gratuiti, potevi passeggiare in riva al mare con il cane e non rischiavi che ti portassero via le mutande come troppo spesso accade nelle località turistiche durante il periodo estivo.

Ci tornerei? Ma anche no, è semplicemente una località turistica di mare, per nulla brutta, anzi, è tenuta molto bene, ma questo non giustificherebbe mai e poi mai un viaggio apposito di 700 km.

Come sempre ti ho messo la mappa con le posizioni GPS dei parcheggi gratuiti, in alcune puntine ci sono anche i rubinetti dell’acqua, le zone di scarico delle acque nere e grigie e le colonnine della corrente. La cosa più simpatica ed utile di questo sito credo siano i video, segui la serie su YouTube (https://www.youtube.com/c/LePuntinedelMondo) e non dimenticarti di iscriverti in modo da avere sott’occhio tutte le novità dei posti scoperti!

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  • Regione: Molise

  • Provincia: Campobasso CB

  • Città: Campomarino Lido

  • Coordinate GPS: 41°57’30.2″N 15°03’29.4″E – 41.958385, 15.058179

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Come ti ho già anticipato, io e CP siamo arrivati fuori stagione, ossia nel periodo autunnale, pertanto tutti i parcheggi erano liberi e per di più gratuiti, ovviamente nel periodo estivo la situazione diventa l’esatto opposto. Non ci sono grossi parcheggi bensì piccoli parcheggi sparsi qua e la ma soprattutto l’area di parcheggio è delimitata lungo tutto il perimetro della strada e di molte viuzze che la collegano.

Ripetendo nuovamente che sono capitato nel periodo autunnale non ho trovato nessun tipo di servizio, ti dirò di più, trovare l’acqua è stata un’impresa veramente ardua, neppure i distributori di benzina avevano un rubinetto e, chi ce l’aveva, ce l’aveva chiuso. Ho dovuto uscire dal Molise per potermi fare finalmente una doccia in camper.

Nel periodo autunnale direi decisamente si, nella strada che costeggia la spiaggia c’è poco traffico e puoi farti una bella camminata in riva al mare.

Fuori stagione magari anche no, come minimo si annoieranno a morte. Per quanto riguarda il periodo estivo invece, se apri la mappa, vedrai che affianco alla pizzeria dove ha mangiato Singano c’è un piccolo parco giochi presso lo Stabilimento Balneare Lido Toschi.

Tutto il paesino è percorribile tramite normalissimi marciapiedi e non ci sono scalinate da varcare, indi per cui è di facile accesso per tutti.

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Informazioni dal Web

Campomarino CB

Campomarino (Këmarini in arbëreshë) è un comune italiano di 7 824 abitanti[1] della provincia di Campobasso in Molise. Posto lungo la costa adriatica, formante un unico tessuto urbano con Termoli, è uno dei quattro comuni molisani di tradizione arbëreshë, parzialmente conservatasi nella cultura e nella lingua.

Comune a vocazione agricola e turistica, con aziende vinicole, olivicole, granarie, è socio delle Associazioni Nazionali “Città del vino” e “Città dell’olio”. Sono presenti anche imprese nel settore turistico-balneare.

Le località di Campomarino Lido, Nuova Cliternia, Ramitelli e Contrada Arcora hanno avuto una storia a sé, molto antica rispetto al nucleo centrale del paese, e non appartengono alla cultura arbëreshe.

Storia

Il territorio di Campomarino è abitato sin dal XIX-XVIII secolo a.C. come dimostrano i resti dell’insediamento scoperto nel 1980 in località Arcora.

Gli studi dello storico Cluverio e del vescovo di Larino, monsignor Tria identificano il territorio di Campomarino, o gran parte di esso con l’antica città di Cliternia Frentana, città appunto frentana, divenuta poi fiorente città romana, attiva sin dal periodo repubblicano fino a tutto il periodo imperiale.

Chiesa madre di Santa Maria a Mare
Distrutta più volte durante le invasioni barbariche, in particolare dai Goti, riuscì a risorgere ed a divenire centro di notevole importanza sotto i Longobardi e i Normanni. All’inizio del periodo angioino, il paese apparteneva al feudo della famiglia d’Alneto. Nel XV secolo, passò sotto il dominio dei Monforte per essere successivamente donato da Cola di Monforte alla Corte Regia.

Il terremoto del 1456 danneggiò duramente il paese. Pochi anni dopo, l’avanzata ottomana nei Balcani determinava una vasta emigrazione albanese lungo le coste adriatiche della penisola italiana: numerosi furono coloro che si stabilirono nel feudo di Campomarino e ricostruirono l’abitato. Dal 1461 al 1470, Giorgio Castriota Skanderbeg, eroe albanese principe di Croia, inviò un corpo di spedizione di circa 5.000 albanesi guidati dal nipote Coiro Stresio in aiuto a Ferrante I d’Aragona nella lotta contro Giovanni d’Angiò. Il 18 agosto del 1461 Coiro Stresio sconfisse le truppe partigiane di Giovanni d’Angiò guidate da Piccinino a Lago di Sangue, presso Celle di San Vito lungo il tratturello Camporeale-Foggia. Le popolazioni, e anche Campomarino, subirono allora quella che fu nella storia delle colonie albanesi in Italia, la terza migrazione. Per i servizi resi, furono concessi al principe Scanderbeg diritti feudali su Monte Gargano, San Giovanni Rotondo e Trani e fu concesso ai soldati e alle loro famiglie di stabilirsi in ulteriori territori. I coloni albanesi rifondarono le terre e vissero convivendo pacificamente per lungo tempo con la popolazione locale. Dopo vari Governi, tra cui spicca quello del conte Manelfrido dal 1503 il potere passò alla famiglia Di Sangro, la quale fu l’ultima titolare del paese prima dell’abolizione del feudalesimo.

La frazione di Campomarino Lido vanta ampie spiagge, costeggiate dal lungomare e da numerosi stabilimenti balneari; vicino vi è la prima collina, detta anche zona Lido – Collina, in contrada Àrcora: gradevole e panoramico colle a poche centinaia di metri dalle spiagge; lì sorge un insediamento turistico in fase di ampliamento, formato da numerose villette.

La frazione di Nuova Cliternia, invece, si basa su un’economia principalmente agricola.

Importante zona agricola e turistico residenziale è anche la località Àrcora, in gran parte posta su una panoramica collina a poche centinaia di metri dalle spiagge, da cui si gode di un’ampia panoramica verso le Isole Tremiti.

Molisn’t (Il Molise non esiste)

Cercando su Google “Molise non esiste” si ottiene come primo risultato una pagina di Nonciclopedia con questo virgolettato attribuito a un fantomatico Dottor Gregory Donald Johnson : “Ho studiato a lungo la geografia (…) dell’Italia, e sono giunto alla conclusione che il fatto che nessuno ricordi il capoluogo del Molise, il piatto tipico del Molise, una canzone popolare del Molise o perfino il dialetto di questa regione, si può spiegare così: il Molise non esiste”.

Che vi piaccia o no il Molise invece esiste eccome, però è afflitto da un problema non da poco: l’incapacità atavica di associare a se stesso qualcosa che lo renda riconoscibile non solo ai turisti stranieri ma anche agli italiani. Agli occhi dei suoi detrattori questa regione è un po’ come quelle formule matematiche che si insegnano a scuola, nessuno le tiene a mente più di mezz’ora perché sono troppo astratte per riuscire a collegarci un’immagine che aiuti il cervello a ricordarle.

La geografia ci ha messo del suo, questo non si può negare. Come la Valle d’Aosta, il Molise è una regione piccola e montagnosa, ma non può competere con la reginetta delle Alpi se si parla di neve e impianti sciistici. Ha il privilegio di avere anche il mare, certo, ma si ritrova a dover fare i conti a una manciata di chilometri più a sud con gli strombazzati lidi salentini. A guardarlo sulla mappa il Molise appare per quello che è: un pezzetto di terra stritolato tra la Puglia e l’Abruzzo e ricacciato verso l’Adriatico dal Lazio e dalla Campania.

Se con Madre Natura è inutile prendersela, con il Caso invece ci si può anche arrabbiare. A Ferrazzano, il comune molisano che ha dato le origini ai bisnonni di Robert De Niro, firmerebbero subito per ricevere anche solo la metà della visibilità avuta da Bernalda, il paesino della Basilicata scelto da Francis Ford Coppola per costruirci un relais di lusso in onore dei suoi antenati lucani. Nonostante una corte spietata, pare che l’attore non si sia mai fatto vivo nella terra in cui riposano i suoi avi. Nel frattempo, nella poco distante Montenero di Bisaccia, c’è chi si accontenta del ricordo di Antonio Di Pietro che in maglietta gialla e cappellino parasole trebbia il grano della sua campagna. Ma l’agricoltura, si sa, non ha il fascino dell’hôtellerie di lusso targata Hollywood.

 

Se ci si aggiunge un po’ di danno, il Molise è stata l’unica regione italiana non visitata dall’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e pure la beffa, dal Molise partono i traghetti che portano i turisti alle visitatissime Tremiti, che però sono pugliesi, ecco che il quadro può cominciare a farsi sconsolante.

Come per gli esseri umani, anche lo spirito di una città e di una regione è influenzato dagli eventi del passato. È quello che ho capito passeggiando per le vie di Termoli con Roberto Trivelli,  termolese doc e tra i fondatori di Let’s Dig Again, la prima web radio italiana che affronta tematiche legate all’archeologia. Roberto mi ha spiegato che questa città è stata per secoli terra di conquista da parte di pirati e briganti di ogni sorta, che ne hanno saccheggiato non solo le ricchezze ma anche, un po’ alla volta, l’identità.

 

Scoprendo Termoli ci si rende conto di come le varie sfortune del Molise possono trasformarsi in punti di forza. Questa città, che conserva ancora le vestigia dell’antico borgo marinaro, riesce a regalare tutto quello che un turista cerca d’estate: mare pulito, un’unicità da fotografare (il vicolo più stretto d’Italia, Rejecelle, purtroppo abbandonato a se stesso), un buon rapporto qualità-prezzo e spettacoli come quello del sole che tramonta sui trabocchi.

Il romanticismo però non basta. Servono strategie di promozione turistica non solo per le località marittime ma anche per quelle, ancora più trascurate, dell’entroterra. Magari non si riuscirà a replicare il colpaccio messo a segno nel 2010 dalle Marche, che per qualche milione di euro si aggiudicò Dustin Hoffman come testimonial, ma da qualche parte bisogna pur partire. Magari da un blogtour o da un sito del turismo regionale che non faccia tornare in mente gli albori dell’era digitale.

 

A cercare bene la materia prima che può essere usata per creare un’immagine forte del brand Molise c’è tutta. Ma non è sufficiente appuntarsi la medaglietta sul petto quando una testata internazionale parla di te (mi riferisco a questo articolo della Cnn che ha fatto gonfiare d’orgoglio il Presidente della Regione Paolo Di Laura Frattura) o lanciare improvvisati gemellaggi con Boston e Silver Lake (questo inverno a Capracotta, in provincia di Isernia, sono caduti la bellezza di 256 centimetri di neve e il paese è finito sui media di mezzo mondo, mandando in estasi il primo cittadino Antonio Monaco).

Mi chiedo se chi si occupa di turismo in Molise sa che su Facebook c’è una pagina che si chiama “Il Molise non esiste” che ha 13 mila “mi piace”, più di quelli di tutte le pagine collegate al turismo nella regione. E mi chiedo, poi, se le battute sulle dimensioni fatte da personaggi pubblici come Luciana Littizzetto e Crozza siano state prese solo per quello che sono oppure usate come spunto di riflessione. Le gambe corte non si possono allungare, ma le lenti degli occhiali possono essere pulite.

Chiudo questo post con una domanda: perché non lanciare una vera campagna per sfruttare quelle che sono ragioni di ilarità collettiva – le dimensioni, la presunta inesistenza – a proprio favore e ribaltare l’idea che gli italiani hanno del Molise? L’hashtag esiste già e io ve lo ripropongo: #moliseesiste.

Fonte: IlFattoQuotidiano

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Come sempre ti ho messo la mappa con le posizioni GPS dei parcheggi gratuiti, in alcune puntine ci sono anche i rubinetti dell’acqua, le zone di scarico delle acque nere e grigie e le colonnine della corrente. La cosa più simpatica ed utile di questo sito credo siano i video, segui la serie su YouTube (https://www.youtube.com/c/LePuntinedelMondo) e non dimenticarti di iscriverti in modo da avere sott’occhio tutte le novità dei posti scoperti!